Il 15 dicembre tutti/e a Vicenza

Il neonato patto contro la guerra rilancia la
manifestazione di Vicenza e la mobilitazione del 26 gennaio. per il
ritiro immediato delle truppe, per la chiusura delle basi e delle
industrie di guerra. di seguito la mozione approvata all’assemblea
nazionale del 25 novembre e i materiali per la grande manifestazione
internazionale indetta dal presidio permanente No dal Molin …

 
 volantino
 

Roma 25 novembre 2007
L’Assemblea del 25 novembre delle reti
e organizzazioni – che hanno promosso la manifestazione del 9 giugno
contro Bush e contro la politica militarista del governo Prodi – e
delle strutture che lottano contro la guerra, le basi e le spese
militari, ha deciso:

1) l’avvio di un Patto permanente
contro la guerra, adeguato a fronteggiare l’escalation della guerra –
che è appunto permanente e globale – che preveda Assemblee
nazionali periodiche di resoconto,

discussione e decisione sulle
iniziative ed un Gruppo di collegamento che operi concretamente tra
una iniziativa e l’altra. A questo gruppo è importante che
partecipino sia le organizzazioni e reti nazionali sia le reti locali
impegnate contro le missioni, le basi e le spese militari.
Un’alleanza di questo genere sarà davvero efficace se riuscirà
a valorizzare e a fornire validi strumenti di collegamento su scala
nazionale a tutte le strutture locali che sul territorio si battono
quotidianamente contro le politiche e gli strumenti di guerra;

2) la partecipazione piena e convinta
alla "tre giorni" internazionale di Vicenza e in
particolare alla manifestazione del 15 dicembre.

Contrastare la politica di guerra
significa infatti manifestare contro il Dal Molin a Vicenza – dove ci
auguriamo di vedere tutte quelle reti, organizzazioni, strutture e
singoli che in questi anni con coerenza si sono battuti contro la
guerra "senza se e senza ma" e non quei parlamentari che
hanno appena votato il finanziamento per la costruzione della nuova
base, gli stanziamenti per le missioni di guerra e l’aumento di spesa
per le armi – e impedire poi in ogni modo che inizino i lavori della
base. Al fine di avere la massima partecipazione il 15 a Vicenza, è
fondamentale esercitare la massima pressione nei confronti di
Trenitalia che, con l’avvento del governo di

centrosinistra, ha avviato una politica
di boicottaggio della libera circolazione dei manifestanti,
stracciando accordi che prevedevano (con modalità simili a
quelle praticate dalle compagnie aeree per riempire i veivoli) prezzi
fortemente scontati quando un elevato numero di persone usava i treni
per recarsi a manifestazioni;

3) di fare propria la Giornata
internazionale contro la guerra e il liberismo del 26 gennaio
promossa dal Forum Sociale Mondiale, che proponiamo venga dedicata in
Italia a manifestare per il ritiro di tutte le truppe dai fronti di
guerra, per la chiusura delle basi militari, la drastica riduzione
delle spese di guerra e l’aumento delle spese sociali, per la
riconversione delle fabbriche d’armi e degli

altri luoghi/strumenti di guerra, per
la revoca dell’accordo per la produzione e l’acquisto dei caccia F35,
contro l’insieme della politica militarista del governo Prodi che ha
imposto nella Finanziaria

l’ulteriore (dopo quello altrettanto
consistente dell’anno scorso, per un totale del 24%) aumento dei
finanziamenti alle Forze armate, alle missioni militari, alle basi
(con lo stanziamento per il Dal Molin) e al complesso
militare-industriale, e che include l’accordo militare Italia-Israele
e l’embargo alla Palestina, l’adesione allo scudo missilistico USA,
le minacce di guerra all’Iran.

Tenendo anche conto del fatto che a
gennaio il governo presenterà il decreto per il rinnovo delle
missioni belliche in Afghanistan e negli altri teatri di guerra,
l’Assemblea ha espresso un orientamento a realizzare nella giornata
del 26 gennaio una manifestazione nazionale.

Al fine di allargare l’iniziativa a
tutte le reti e organizzazioni che lottano coerentemente contro la
guerra, le basi e le spese militari, sarà comunque la prima
riunione del gruppo di collegamento del Patto, che si terrà il
18 dicembre a Firenze, a sancire definitivamente le forme della
mobilitazione del 26. Nel corso di tale riunione, si farà
anche il punto sulle varie proposte di iniziativa, emerse nel corso
dell’Assemblea, in difesa e sostegno della lotta del popolo
palestinese.

Infine, di fronte all’ennesimo militare
italiano morto in Afghanistan, l’Assemblea ha ribadito che l’unica
scelta di pace è il ritiro delle truppe. Infatti l’attuale
missione italiana è una partecipazione alla guerra a tutti gli
effetti e di questa morte, come di tante altre, portano tutte le
responsabilità il governo italiano e chi lo appoggia.

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