Treni per Genova, qualcosa si muove


Treni per Genova, qualcosa si muove

C’è qualche segnale postivo, ma bisognerà attendere almeno questa sera
per sapere se davvero il Viminale e Trenitalia concederanno i treni per
permettere ai manifestanti di raggiungere Genova il prossimo 17
novembre. Questo pomeriggio, alcuni deputati della sinistra
parteciperanno a una riunione al Viminale, raccogliendo l’appello di
don Andrea Gallo, di farsi garanti del diritto a manifestare. «Il
governo si impegni affinché sia garantito il regolare afflusso dei
manifestanti a Genova e che Trenitalia predisponga, come possibile e
doveroso in questi casi si fa in questi casi, tariffe agevolate per
tutti coloro che intendono raggiungere il luogo della manifestazione –
affermano in una nota congiunta Rifondazione, Verdi, Sinistra
democratica e Pdci–A Genova si darà vita ad un grande evento collettivo
di solidarietà ai 25 indagati e che riunirà tutti coloro che si battono
contro lo sfruttamento, che si oppongono all’aberrazione dei centri di
detenzione per migranti, che chiedono una commissione di inchiesta che
faccia luce sulle responsabilità politiche di quanto accaduto durante
il vertice del G8, nel 2001. Sarà una manifestazione pacifica e festosa
e il governo dovrà garantire la possibilità di partecipazione a tutti
coloro che intendono intervenire. Nel passato ci sono stati problemi
soprattutto dal punto di vista degli accordi sulle tariffe ferroviarie
che hanno creato non pochi problemi soprattutto a coloro che devono
affrontare un viaggio molto lungo determinando a volte anche problemi
di ordine pubblico alle stazioni ferroviarie». Circola ottimismo sul
fatto che si otterranno almeno due treni speciali per Genova: uno
dovrebbe partire da Napoli e l’altro da Padova.
Ieri, nel capoluogo ligure, si è riunito il Comitato provinciale per
l’ordine e la sicurezza. C’erano il prefetto Giuseppe Romano, il
questore Salvatore Presenti, il comandante provinciale del carabinieri
Rosario Prestigiacomo, rappresentanti di guardia di finanza e polizia
municipale, il sindaco Marta Vincenzi e l’assessore alla sicurezza
Francesco Scidone. «Non ci sono ragioni per temere episodi di violenza
– ha detto Romano–E non chiedeteci quanti poliziotti, quanti
carabinieri, perché il numero non lo dico. Ci sarà anche polizia in
borghese, mescolata ai manifestanti». E poi: «Con questo corteo
pacifico e sereno faremo decantare i veleni rimasti a Genova dal G8 del
2001». Il sindaco Marta Vincenzi ha chiesto ai commercianti «di tenere
aperti negozi e locali pubblici. Non sarebbe giustificato chiudere le
saracinesche». Domani ci sarà un altro un incontro per fare il punto
sulla situazione. Il percorso del corteo è cambiato, visto che si
aspettano molte più persone di quante si pensasse: prima si doveva
attraversare il centro passando da piazza Corvetto, adesso si
percorrerà via Gramsci, risalire corso Saffi, dirigersi verso la
basilica di Carignano e quindi, attraversata piazza Dante, arrivare in
piazza De Ferrari per i concerti e il discorso finale di don Gallo.

Dal Viminale mandano segnali dialoganti sui treni ma esprimono
«preoccupazione» per le tensioni tra ultras e polizia degli ultimi
giorni. Mentre Luca Casarini spiega che «non si tratta di far appelli a
qualcuno di venire a Genova, ma di sollevare un problema sulla polizia,
che non riguarda ‘ultras’ e ‘no global’ ma tutti cittadini», si viene
sapere che sabato, sempre alle 20.30 a Genova, si terrà la festa degli
Ultras San Fruttuoso della Sampdoria, un gruppo tutt’altro che
assimilabile all’estrema destra. «Gli ultras genovesi di San Fruttuoso
avevano fissato da tempo una festa per ricordare i vent’anni di vita
del loro gruppo e chiedere giustizia per i fatti del G8 del 2001 –
spiegano i tifosi sampdoriani–L’appuntamento sarà l’occasione per fare
il punto sull’amara situazione della violenza dentro e fuori dagli
stadi. Un dibattito cui parteciperanno rappresentanti e figure storiche
delle tifoserie di tutta Italia». L’appuntamento è nella sala Chiamata
del porto.

Il concentramento per il corteo è previsto per le 15 alla stazione
della metropolitana di Principe. Ad aprire la manifestazione, un unico
striscione con su scritto «La storia siamo noi», sostenuto dai ragazzi
della Comunità di San Benedetto al Porto. Dietro i manifestanti, ma
senza bandiere né striscioni, «e anche i parlamentari verranno invitati
ad accomodarsi nelle retrovie», spiegano dalla Comunità. Verrà
allestito un media center per i giornalisti, e come successe per il G8
aprirà i battenti «Bar Clandestino», per dare ristoro a chi interverrà
e sostenere le spese di organizzazione della giornata genovese. Insieme
a don Andrea Gallo ci saranno don Vitaliano Della Sala e don Alessandro
Santoro, della comunità delle Piagge di Firenze. Alex Zanotelli ha
spiegato a Global Project l’importanza della giornata genovese,
sostenendo che «la storia deve essere scritta dalla gente». «La ricerca
di un mondo altro che ci ha affratellato a Genova è scomparsa – ha
detto poi Zanotelli – Per molti motivi, compresa la collusione con i
partiti: ma dai governo non dobbiamo più aspettarci nulla, perché sono
parte del problema. La politica risponde soltanto ai grandi potentati
economici. Abbiamo invece bisogno di un’altra politica e di un’altra
informazione. Dopo Genova sono nati i No Tav, i No Dal Molin, i No
Ponte, i movimenti sull’acqua, quelli sui rifiuti e altri: a Genova,
rimettiamoli insieme».

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